Il muro cieco è un refuso dell’architettura, qualcosa di incompleto e informe che sorge stolido a manifestare la sua stessa esistenza. Uno spazio in cui l’occhio, assuefatto dalla copiosa attività urbana, giunge per riposarsi e contemplare il vuoto così pieno di solida materia. Senza finestre corrisponde a una ricerca fotografica costruita di una serie di scatti in cui si avvicendano muri ciechi, superfici che corrispondono al limite fisico degli edifici dietro cui si nasconde la vita privata degli abitanti delle città. La forma dei palazzi, così rasente all’icona dell’abitare, precisa e ritagliata nel cielo e nella città, racconta del conflitto tra il pieno e il vuoto, tra l’assenza di ritagli nelle pareti in cui affacciarsi sul mondo e il margine tra errore e possibilità che le regole urbanistiche conferiscono ai paesaggi urbani.