CARTA CANTA

CARTA CANTA

 

Carta canta, e se la carta potesse dare davvero una nuova dimensione alla fotografia? Ebbene sì, lo ammetto: sono un nostalgico. Quando una fotografia si ferma sullo schermo e non assume una forma fisica, per me rimane impalpabile, immateriale… persino inesistente, per molti versi. Vero è che oggi, sempre più spesso, a un’immagine non serve il supporto cartaceo per essere diffusa, per arrivare a destinazione, per riuscire nella sua missione di comunicare un messaggio e catturare l’attenzione di qualcuno. E se, invece, tornassimo sì alla carta, ma come materia plasmabile – con la fotografia – e ne facessimo il supporto per nuovi oggetti tridimensionali, opere uniche di semplice eppure quasi dimenticata creatività? Aeroplanini, origami e anche libere interpretazioni plastiche della realtà possono dare nuova vita alla fotografia, una vita a tre dimensioni. 

Fine, I’ll admit it: I’m a nostalgic. When a photograph doesn’t exit the screen and enter a physical dimension, to me it’s just impalpable, intangible… almost non existent, in a way. Truth is, nowadays images don’t really need paper to deliver their message and catch someone’s attention. What if we got back to paper as a pliable dough – pliable with photography for instance – and we turned it into the foundation for new 3-d objects, unique artworks of simple, yet almost forgotten, creativity? Planes, origami and free interpretations of reality can give new life to photography: one with three dimensions.